Base dei Vendicatori, New York City
Nonostante quello che a volte può pensare il pubblico, i super-eroi non passano ogni momento del proprio tempo libero a combattere tra di loro. Questa è una delle eccezioni, perché anche gli autoproclamatisi Eroi Più Potenti Della Terra hanno bisogno di allenarsi.
Solamente cinque membri del gruppo stanno partecipando all’esercitazione. Wasp è a malapena visibile, ridotta alle dimensioni di un insetto, anche se il suo bio-pungiglione è abbastanza potente da fermare il robot che sta cercando di afferrarla. Ercole sta bloccando un altro robot in una morsa titanica, per dar modo alla Valchiria di sferrare il colpo finale con la propria spada magica.
Ovviamente dei robot non sono una vera sfida per i poteri magnetici di Polaris, che si sta invece allenando in un volo ad ostacoli in un labirinto che si adatta ai suoi movimenti.
Pietro Maximoff alias Quicksilver osserva tutto questo mentre schiva lo sciame di micro-missili a tracciamento termico, e sopprime uno sbadiglio.
-Ci vuole ancora molto? Stark non è proprio capace di costruire una Stanza del Pericolo come si deve – si lamenta il mutante velocista.
Poi accade qualcosa a cui Quicksilver non è abituato: qualcosa lo coglie di sorpresa, apparendo sul suo cammino lasciandogli pochissimo tempo per schivarlo.
-Allora rendiamo le cose più interessanti – è la sfida lanciata da Kristoff Von Doom.
#21 – Destino
e dovere
New York City
Wanda Maximoff controlla l’orologio, guardandosi attorno: tra i clienti del bar non vede Visione, né uno dei suoi travestimenti olografici. E’ strano che la stia facendo aspettare: il sintezoide è sempre stato estremamente preciso. Una voce femminile attira la sua attenzione:
-Scusa il ritardo – dice l’adolescente dai capelli biondi che si siede di fronte a lei.
-Ci conosciamo? – chiede Wanda.
-Chiederei quante ragazze con una M tatuata su un occhio conosci, ma visto che lavoro fai...
-Sei la ragazza che lavorava con il Dottor Destino durante l’incidente con l’universo alternativo dove Osborn controllava il mondo [1]. Layla Miller, giusto? Il Dottor Strange mi ha detto che eri ancora attiva. [2]
-Mi fa piacere che si ricordi di me. Come sta Doc?
-Visione non mi ha mandato nessun messaggio, vero? – capisce subito Wanda.
-Sei sveglia. Scusa l’imbroglio, ma se una sconosciuta ti avesse chiesto “presentati da sola e non dire niente ai Vendicatori”, ti saresti insospettita.
-Ho ricevuto il messaggio tramite la Communicard. Come hai fatto a...
-Sono Layla Miller. So molte cose. Doc Strange non te lo ha detto?
-Mi ha detto di non fidarmi di una sola parola di quello che dici.
-Sì, anche Doc è uno sveglio.
-Che cosa vuoi da me, Layla?
-Mi serve la tua opinione su una cosa. Se avessi la possibilità di impedire una tragedia, ma sapessi che quella tragedia servirebbe ad impedire qualcosa di infinitamente peggiore, la fermeresti?
-Perché ho l’impressione che non sia una domanda retorica?
Base dei Vendicatori
Quicksilver non riconosce il volto o la voce del giovane che indossa un’armatura identica a quella del Dottor Destino ma senza alcun casco o mantello.
Ma si tratta di un intruso che ha lanciato una sfida, e questo basta al mutante per scattare verso di lui. Uno scatto che dura soltanto un paio di passi, perché è stato fatto ad una velocità normale.
-Ma cosa... – si sorprende Pietro Maximoff, guardandosi attorno. I missili che lo inseguivano sono fermi a mezz’aria, gli altri Vendicatori sono immobilizzati allo stesso modo, e c’è qualcosa di strano nell’illuminazione: tutti i colori si sono spostati verso il rosso.
-Non preoccuparti. Non gli è stato fatto alcun male – lo rassicura Kristoff.
-Ci stiamo muovendo più rapidamente di loro – capisce immediatamente Quicksilver. Osserva le ali di Wasp: c’è un movimento quasi impercettibile. Potrebbero volerci ore per un singolo battito.
-Molto perspicace. Volevo parlare con un po’ di privacy, e tu sei forse l’unica persona al mondo capace di muoversi alla velocità che posso raggiungere con un Dislocatore Relativistico.
-“Forse”? – ripete il velocista, con tono infastidito.
-Speravo anche saresti stato impressionato dal trionfo ingegneristico dell’aver sviluppato un modo per poter parlare nonostante ci stiamo entrambi muovendo molto più velocemente del suono.
-Forse mi hai confuso con Pym. Considerando quell’abbigliamento, suppongo che tu sia il figliastro fantoccio del Dottor Destino, giusto? Perché dovrei sprecare il mio tempo con uno come te?
-Diretto come sempre. Eppure la prima volta in cui ci siamo conosciuti eravamo entrambi prigionieri di Reed Richards. [3]
-Quelli erano... tempi diversi – risponde Quicksilver, distogliendo lo sguardo.
-Per entrambi. Eravamo prede delle nostre follie: tu del tuo esaurimento nervoso, io dell’illusione di essere il vero Dottor Destino. Illusioni di cui entrambi, per fortuna, ci siamo liberati.
-Eppure tu sei tornato a lavorare per quel mostro. Leggo i giornali, sai.
-Tu fra tutti gli altri, Pietro, dovresti sapere cosa significa essere sotto l’ombra del proprio padre.
-Non proprio: io non lascio che Magneto mi definisca. Sei qui per combattere o per cercare di reclutarmi? Perché lasciatelo dire, entrambe le scelte finiscono male per te.
-Sono qui per reclutarti, sì, ma non per i motivi che potresti immaginare.
-Non c’è niente che tu possa dire per avermi come alleato, Kristoff.
-Voglio fermare Maximus il Pazzo.
-...
-Ah! Quindi esiste un modo per rallentarti– sorride compiaciuto Kristoff.
Castello Destino, Latveria
Nei secoli, la Sala delle Mappe è stata di cruciale importanza per le guerre a cui Latveria ha partecipato: è qui che il sovrano si incontrava con i propri generali per discutere sulla posizione delle proprie truppe. La sua importanza è scemata in concomitanza con il crescere del sentimento di neutralità dei successivi re, fino all’ascesa di Destino.
Le mappe originali del quindicesimo secolo decorano ancora le pareti, ma sono accompagnate da uno schermo ultrapiatto che può identificare posizione e status di ogni singolo servitore di Destino.
Lancer osserva i risultati della propria ricerca. Il Pensatore Pazzo è ancora a Latveria, mentre Morgana si è recata in Svizzera; sia Kristoff che Layla si trovano a New York, un fatto che non può essere di buon auspicio per nessuno.
-Stai cercando qualcosa da fare? – le chiede Lucia Von Bardas, Primo Ministro di Latveria, appena entrata nella stanza. Lancer non ha un’altissima opinione di lei, ma è abbastanza scaltra da non mettersi sulla sua strada.
-Primo Ministro. Destino ha degli ordini per me?
-Non al momento. In effetti, sembra che i suoi figli ed i suoi nuovi consiglieri ricevano molta più attenzione di noi due messe assieme.
-Così sembra. E nessuno di loro apprezza il mio aiuto – nota con disappunto Lancer.
-Lungi da me criticare Lord Destino, ma alcuni dei suoi collaboratori sollevano alcuni... dubbi – prosegue Lucia. Deve stare attenta a non inimicarsi Lancer: c’è sempre il rischio che le sue parole siano riportate direttamente a Destino.
-Il Pensatore è relativamente affidabile, ma l’americana è imprevedibile. E poi c’è Maximus, la cui posizione non è nemmeno riportata sulla mappa – evidenzia Lancer.
-Qualcuno dovrebbe tenerlo d’occhio. Qualcuno che gode della fiducia di Lord Destino ma che non sia ufficialmente collegata al governo di Latveria – suggerisce Lucia.
-Vuoi che li spii per conto tuo. Sarebbe un rischio enorme da parte mia, lo sai.
-Sono il capo di governo del paese più potente del mondo, Lancer. Qual è il tuo prezzo?
-Non farei questo lavoro se mi interessassero i soldi.
-Tutti hanno un prezzo, Lancer. Dev’essere difficile restare sempre nell’ombra... ma se tu salvassi il re in persona, Destino te ne sarebbe pubblicamente riconoscente.
-Come se Destino fosse veramente in pericolo. Chi vorrebbe fargli del male?
Lucia Von Bardas non risponde, limitandosi a sollevare un sopracciglio.
-Riformulo: chi sarebbe abbastanza stupido da provarci? – si corregge Lancer.
-Sappiamo entrambe che Lord Destino è il proprio peggior nemico. La scelta dei suoi collaboratori potrebbe essere il colpo fatale.
-Sta parlando dei suoi consiglieri o di se stessa, Primo Ministro? Ha già cospirato contro di lui. [4]
-La situazione attuale non durerà per sempre, Lancer. Quando sarà il momento giusto, io sarò al fianco di Destino. Ti conviene riflettere attentamente su dove sarai, quel giorno.
Base dei Vendicatori, New York City
Quicksilver incrocia le braccia e si appoggia con la schiena al muro, restando in silenzio. Leggere Kristoff è difficile: anche senza la maschera, il suo volto è impassibile quanto Destino.
-Diciamo che ti credo. Perché vuoi fermare Maximus?
-Perché i suoi piani di conquista del mondo non coincidono con quelli di mio padre.
-E ti aspetti che io ti aiuti?
-So che ti opporrai a Destino quando arriverà il momento: è la tua natura. Ma nessuno di noi due vuole che i piani di Maximus arrivino a termine, e tu lo odi molto più di quanto non lo faccia io.
-Basta parlare per enigmi. Di cosa stiamo parlando, esattamente?
-Credo che Maximus pianifichi di rilasciare le Nebbie Terrigene sulla popolazione umana.
-A quale scopo? Non funzionano sugli umani.
-Funzionano alla perfezione se il tuo obiettivo è sterminarli. Maximus sta lavorando con mio padre ad un procedimento per stabilizzare le nebbie terrigene, facendo sì che possano donare poteri anche agli umani... ma ho motivo di credere che Maximus stia solamente fingendo di seguire il suo piano, e che voglia in realtà sfruttare le risorse di mio padre per rilasciare le Nebbie sulla popolazione.
-Sarebbe da lui. Ma perché avvisare me e non Destino?
-Significherebbe dirgli che si è sbagliato a fidarsi di Maximus. Secondo te come la prenderebbe?
-Quindi hai deciso di fare una soffiata e lasciare che se ne occupino i Vendicatori? Capisco perché hai preso delle precauzioni per questo incontro; se Destino lo sapesse...
-Non sfuggirei alla sua ira, figlio o meno. Ma dovrai agire da solo, Pietro. Hai dei trascorsi personali con Maximus, è plausibile che vi incontriate; ma se tutta la squadra si mobilitasse contro Maximus, Destino indagherebbe a fondo e potrebbe scoprire il mio sotterfugio.
-Mi sfugge perché questo sarebbe un mio problema.
-Perché finché godrò della fiducia di Destino, ci sarà qualcuno a preoccuparsi che non faccia mosse troppo avventate. Qualcuno che possa indirizzarlo verso la giusta via.
-Conosco quell’atteggiamento, Kristoff. Ti illudi ancora che ci sia del buono in tuo padre?
-So che è così. So che Destino ha fatto cose... discutibili... ma continuo a credere fermamente che il suo genio possa rendere il mondo un posto migliore. E perché possa farlo, qualcuno deve assicurarsi che non lo distrugga prima.
-Sei proprio matto da legare, lo sai ragazzo? – sospira Quicksilver.
-Vuoi sapere dove si trova Maximus o no?
-Voglio mettere le mani su quello squilibrato, sì. Tuo padre è molto più in basso nella lista.
-Fingerò di non avertelo sentito dire. Maximus è a Ginevra, all’Ufficio delle Nazioni Unite.
-Stai scherzando, vero?
-Latveria offre molte risorse all’Organizzazione Mondiale della Sanità; Maximus sta utilizzando uno dei nostri laboratori per studiare il campione di Nebbie Terrigene che ha portato con sé dopo il proprio esilio da Attilan. Distruggi quel campione e non avrà più le risorse necessarie.
-E se dovessi cogliere Maximus sul fatto?
-Risolveresti i problemi di entrambi – risponde Kristoff, attivando un dispositivo sulla sua armatura che lo fa scomparire in un lampo di luce.
Quicksilver riflette sul da farsi. Non può fidarsi di quel ragazzo, questo è chiaro, ma non può neanche lasciarsi sfuggire la possibilità di pareggiare i conti con Maximus.
L’intera conversazione è durata mezzo battito delle ali di Wasp. Quando Quicksilver si rilassa, la microscopica eroina sfugge alle grinfie del robot di allenamento; la spada della Valchiria trafigge il proprio avversario metallico, ed il pugno di Ercole trafigge un cranio di titanio.
-Ti stiamo annoiando? – Polaris chiede a Quicksilver, atterrando dopo aver completato le proprie acrobazie aeree.
-Scusa. Stavo pensando a qualcos’altro – risponde il velocista, che preferisce non chiarire alla sorellastra che quel qualcosa è la cattura di Maximus.
Un bar nella stessa città
Wanda Maximoff conosce a malapena Layla Miller; sa solo quel poco che le ha detto il Dottor Strange, e persino il Mago Supremo non sembrava essersi fatto un’idea chiara della ragazza.
-Devo capire che sei tornata a lavorare con il Dottor Destino, Layla?
-Tu ed io abbiamo qualcosa in comune, Wanda: le probabilità. Tu puoi usare il tuo potere per piegarle alla tua volontà, ma io non sono così fortunata. Posso soltanto vedere in che modo le probabilità influiscono sulla mia vita. La realtà va dove vuole, ma può essere... persuasa.
-Stephen mi aveva detto che puoi essere irritante: è un maestro negli eufemismi. Che cosa vuoi da me, Layla? Realmente?
-C’è qualcosa di terribilmente sbagliato nella realtà, Wanda: il bene sta vincendo troppo spesso.
-Se la pensi così, posso capire perché lavori per Destino.
-Credi che mi piaccia? Credi che riesca a dormire tranquilla la notte, sapendo che se non fosse stato per me quel mostro adesso sarebbe morto? Non avrei dovuto farlo, se non fosse per quello che hanno combinato i Vendicatori e quelli come voi.
-Di che parli? Non ci scontriamo con il Dottor Destino da tempo.
-I buoni stanno vincendo troppo e troppo spesso. Il Teschio Rosso è morto [5], Ultron è disattivato [6], Kang è prigioniero [7], Thanos è inerte [8]... uno dopo l’altro, da Abominio a Zemo, tutti i cattivi stanno perdendo.
-Continuo a non vedere cosa c’è di male.
-Sei una strega, Wanda: lo sai che ci sono conseguenze quando l’ordine naturale delle cose è sbilanciato. Il bene che trionfa sul male in una occasione singola è una cosa positiva, certo, ma ogni eccesso può portare ad effetti negativi.
-Anche se tu avessi, ragione, e non dico che tu ce l’abbia, non ne varrebbe la pena per salvare delle vite? Se non avessimo fermato quelle minacce...
-Continui a non pensare sul lungo periodo, Wanda. Ti faccio un esempio che avrai già sentito: se potessi tornare indietro nel tempo ed impedire la Seconda Guerra Mondiale...
-Lo sai che il viaggio nel tempo non funziona così. Creerei solo una realtà alternativa.
-Diciamo che esista un modo per impedirlo, per modificare davvero la storia. Impediresti la guerra?
-Certo che sì.
-Niente Seconda Guerra Mondiale, niente Capitan America. Niente Guerra Fredda, niente programma atomico o programma spaziale, quindi niente Hulk o Fantastici Quattro. Senza super-eroi, il mondo finisce per essere schiavizzato da una delle dozzine di razze aliene che si presentano decenni dopo... scegline una a caso.
-Non puoi saperlo, Layla. E non puoi convincermi che niente di tutto questo giustifichi allearsi con uno spietato dittatore come il Dottor Destino.
-Neanche se sapessi che è l’unico modo per impedire qualcosa che farebbe sembrare la Terza Guerra Mondiale una lite di condominio?
-Layla, qualunque cosa abbiano predetto i tuoi poteri, i Vendicatori possono...
-No, non potete. Siete parte del problema. Speravo che almeno tu, con le tue conoscenze mistiche e la tua connessione alle probabilità, potessi capirlo.
-Lo capisco. Ma capisco anche che la tua soluzione è sbagliata, Layla.
-La penserai diversamente quando vedrai cosa ha in mente tuo padre – risponde enigmaticamente la ragazza, alzandosi in piedi.
-Che cosa intendi? Che cosa sai dei piani di Magneto? [9]
-So molte cose. Non poterle dire tutte è la mia maledizione – risponde Layla, allontanandosi.
Wanda si alza subito per seguirla; la folla di clienti la rallenta per solo qualche istante, ma sono più che sufficienti perché la ragazza si dilegui. Troppo rapidamente perché si sia semplicemente nascosta tra i civili; come sempre, tiene dei segreti per sé.
Wanda si chiede se non sia il caso di chiamare gli X-Men per chiedere se ci sono novità su Magneto, ma il dubbio instillato da Layla Miller si fa strada nei suoi pensieri: possibile che il suo coinvolgimento possa solo peggiorare le cose?
Ginevra, Ufficio delle Nazioni Unite
E’ notte fonda. Gli unici ad essere ancora svegli sono gli addetti alla sicurezza, nessuno dei quali si vede sfrecciare davanti agli occhi una figura che si muove migliaia di volte più rapidamente degli impulsi elettrici dei loro cervelli.
Quicksilver perlustra rapidamente l’edificio, senza trovare nulla di sospetto: non è certo la prima volta in cui si trova in una delle sedi delle Nazioni Unite, e non è nemmeno la prima volta in cui non è minimamente autorizzato a trovarsi qui.
Trovare i laboratori è abbastanza semplice se si ha esperienza nel trovare installazioni segrete a cui si può accedere solamente da un edificio pubblico.
Le misure di sicurezza fermerebbero qualunque organizzazione criminale che si volesse intrufolare; un dettaglio che rassicura Quicksilver mentre passa sopra i sensori di pressione troppo rapidamente perché registrino il suo peso. Ha frequentato Pym e McCoy per abbastanza tempo da riconoscere di cosa si occupino questi laboratori segreti: ricerche su come fermare potenziali epidemie o rilasci di sostanze tossiche.
E non è per nulla difficile trovare il laboratorio gestito da scienziati latveriani: sulle porte a tenuta stagna c’è in bella vista la D di Destino.
Inaspettatamente, Quicksilver procede con estrema cautela: sa di doversi aspettare di tutto. La sua mente sta già preparando strategie per gestire robot di guardia, ma si trova davanti l’ultima cosa che si sarebbe aspettato di trovare. Una stanza vuota.
-Hai paura di farti vedere, Maximus? – chiede Quicksilver, guardandosi attorno. L’Inumano ribelle non c’è, ma qualcos’altro attira la sua attenzione. Una piattaforma che appare nell’aria e che scende lentamente verso terra, materializzando una ragazza dai lunghi capelli corvini in armatura verde.
-La Principessa Destino, presumo.
-Non sei degno di pronunciare il nome della stirpe di mio padre, figlio di Magneto. Per tua fortuna non ci troviamo su suolo latveriano, quindi ti darò la possibilità di andartene senza perdere un arto.
-Parole grosse da una ragazzina viziata. Dov’è Maximus?
-Non so di cosa stai parlando. Ma se vuoi darmi una scusa per mettere fine alla tua vita, continua pure ad insultarmi – risponde la ragazza. Quicksilver sa che non sta bluffando: c’è un lampo di follia nei suoi occhi che il velocista ha visto troppe volte in passato, a volte in uno specchio.
-Dì a Destino che lo stiamo tenendo d’occhio – risponde alla principessa.
Morgana Von Doom resta impassibile quando il mutante sfreccia via, sollevando il suo mantello quando le passa di fianco. E già pregusta la prossima volta in cui si incontreranno in territorio non neutrale.
Castello Temporale, fuori dal tempo
Ravonna si affaccia ad una delle finestre del castello, osservando la propria nave ancorata all’edificio mentre entrambi restano sospesi sul flusso temporale. E’ difficile dire da quanto tempo si trovi qui, e data la natura del Castello Temporale la domanda potrebbe anche essere priva di senso. E l’esperienza ha insegnato a Ravonna che cercare di dare un senso al tempo è un esercizio completamente inutile.
-Conosco quello sguardo – la sorprende il Dottor Destino, entrando nella stanza senza premurarsi di chiedere il permesso. E’ incredibile quanto possa essere simile a Kang, riflette Ravonna.
-Di che cosa parli?
-Il tuo spirito freme di esplorare le possibilità donate dalla tua passione e dalla tua risolutezza. Ben poche persone possiedono quello spirito quanto Destino stesso, in fondo.
-Non sono facilmente impressionabile, Destino. Avevi promesso di riparare la mia nave per riportarmi al mio tempo, e non hai ancora portato a termine quella promessa.
-Sei stata una regina, Ravonna: conosci l’importanza della pazienza.
-Conosco anche la storia abbastanza da sapere che la tua ambizione si spinge ben al di là del tuo pianeta e del tuo tempo natale, Destino. Che cosa vuoi realmente da me?
-Il potere, mia cara Ravonna. Il potere è da sempre il fine ultimo di Destino.
-Il potere è un mezzo, non un fine. Hai già ottenuto potere in passato, anche più di quanto ne abbia mai avuto Kang. E non sei mai riuscito ad ottenere niente con esso – risponde sprezzante Ravonna.
E’ probabilmente solo per rispetto al rango della sua nuova alleata che Destino non reagisce con violenza, ed anche se la sua armatura nasconde ogni segno d’ira, Ravonna può avvertirla ribollire sotto quel freddo metallo.
-Destino ti dimostrerà di cosa è capace il potere, Ravonna. E giurerai fedeltà alla mia causa.
-O mi ucciderai? Kang faceva lo stesso tipo di-
Ravonna non termina la frase: Destino l’ha afferrata per il collo, e le toglie il respiro quando la solleva da terra. Lei scalpita nel tentativo di raggiungere la pistola a raggi nella sua fondina, ma è presa di sorpresa quando Destino l’avvicina a sé abbastanza perché lei possa fissarlo negli occhi.
-Destino non è Kang. Ammiro il tuo spirito indomabile ma non la tua insolenza, CHIARO?
-Chiaro – riesce a dire Ravonna con un filo di voce.
Il Dottor Destino la lascia andare, senza premurarsi di farla scendere con delicatezza. L’ex regina del futuro cade rovinosamente, tossendo con forza e massaggiandosi la gola.
-Sua maestà – si congeda Destino con un inchino formale, per poi girare sui tacchi ed allontanarsi con passo spedito. Le sue ultime parole sono per i due robot d’assalto dall’altro lato della porta.
-Assicuratevi che la regina non sia disturbata.
Ravonna osserva la porta richiudersi. Destino non si guarda indietro, lasciandola di nuovo sola.
Castello Destino, Latveria
Maximus osserva il proprio riflesso sulla teca semitrasparente che contiene le Nebbie Terrigene, fino a quando non vede una figura in armatura entrare nel laboratorio gettando la propria ombra sulla sua strumentazione.
-Non mi avevi detto di esserti trasferito qui – dice Kristoff.
-Il laboratorio in Svizzera non era più sicuro. Non immaginerai chi si è presentato senza un invito: la stessa persona da cui dovevi recuperare le particelle cronali richieste da Destino.
-Quicksilver? Non farti strane idee: grazie al Dislocatore Relativistico, il nostro incontro è stato troppo breve perché potesse anche soltanto vedermi – mente Kristoff.
-Piuttosto conveniente per te. Non sei d’accordo, Layla? – domanda Kristoff.
Layla Miller è in un angolo del laboratorio, intenta a fissare una delle forme cristallizzate delle Nebbie Terrigene.
-Non mettermi in mezzo. Hai avuto la tua soffiata ed il tuo laboratorio è salvo.
-Oh ma tu hai fatto molto di più, mia cara! Tu pensa, caro Kristoff, che la piccola Layla si è premurata di incontrare di persona Scarlet portando con sé l’assorbitore di particelle cronali di Destino, portando a termine la propria missione SENZA portare dei maledetti super-eroi sulle nostre tracce! Non è una ragazza eccezionale?
-Ha un dono unico, questo è certo – risponde Kristoff senza celare troppo la propria frustrazione.
-Dovevo fare qualcosa. E’ il mio destino... e il mio dovere – risponde Layla.
Kristoff inizia a chiedersi se quella ragazza non sia una minaccia molto più grave di Maximus. Eppure, qualcosa nel tono della sua voce gli fa sospettare che abbia dovuto prendere una decisione che le peserà per sempre sulla coscienza.
CONTINUA
[1] Durante l’evento Crossover
[2] Layla è stata un’alleata del Dottor Strange nella sua serie Marvel IT
[3] Su Fantastic Four #305 (in Italia su Fantastici Quattro Star Comics #75)
[4] Per esempio già nella prima apparizione MIT di Lucia Von Bardas, lo Speciale Anniversario Destino
[7] Come visto nel finale di Vendicatori MIT #100
[8] In seguito a Vendicatori MIT #100 e come narrato sull’attuale serie di Capitan Marvel
[9] Seguite l’imminente crossover tra Vendicatori e X-Men per scoprirlo anche voi!